Come si può gestire la rabbia dei bambini
I bambini sempre arrabbiati possono essere un grave problema per i genitori. Il senso di rabbia nel mondo della psicologia infantile riguarda un tipo d’emozione legittima che non dev’essere frenata, bensì compresa. Nel momento in cui un genitore nota che il suo bambino mostra segnali perenni incentrati sulla “rabbia”, può affrontare tale situazione attenendosi a delle regole precise.
Inoltre mediante determinati consigli pratici, si ha la possibilità di evitare eventuali scontri verbali, incoraggiandolo invece a un genere di dialogo costruttivo e positivo per contenere efficacemente la sua stizza.
Ciò si può attuare anche nei bimbi più piccoli a partire dai “2” anni di età, fino ad arrivare ai tredicenni.
Cos’è esattamente la rabbia nei bambini e come si può gestire efficacemente
Questo genere di collera è precisamente un’emozione non semplice da riuscire a gestire nel modo migliore. D’altro canto, però, quest’emozione così forte è essenziale per un buon sviluppo infantile dal punto di vista sia sociale che emotivo.
Tra l’altro i bimbi sono i primi ad aver timore e a essere alquanto spaventati da queste loro manifestazioni: un malessere che li affligge, non consentendogli di vivere determinate circostanze con serenità.
Inoltre, nel momento in cui è molto adirato, ciò gli causa un incremento per quanto concerne la pressione del sangue. Conseguentemente si vanno a innalzare i “neurotrasmettitori” associati allo “stress” e il calo di quelli attinenti il piacere.
Quando un bambino è assalito da una forte “rabbia”, non riesce a immedesimarsi nelle vesti di un altro e, per questo, esprime il suo sfogo fisicamente.
Spesso capita di sentirsi inermi e confusi, di fronte alle ire scenate dei propri figli. Ciò accade in quanto si suppone che né una reazione basata sulla dolcezza, né una più rigida possano riuscire a moderare quegli impulsi così pieni d’ira.
Pertanto i genitori iniziano ad avere sensi di colpa e a porsi svariate domande se, in tali circostanze, sia preferibile accontentare le loro richieste o se mantenere una posizione più ferma.
Ecco perché è importante attenersi a regole precise e alle indicazioni più giuste elencate successivamente, in modo tale da avere la potenzialità di riuscire a gestire in modo valido un “bambino” arrabbiato.
Suggerimenti per aiutare i bambini durante i loro momenti di “rabbia”
Manifestazioni affettuose
I bimbi devono imparare a regolare i propri momenti irosi, tramutandoli in stati emozionali più tranquilli e gestibili. In che modo si possono aiutare? Mediante coccole e gesti colmi d’affetto che sollecitano positivamente l'”ossitocina”. Quando i livelli di quest’ultima aumentano, le reazioni arrabbiate diminuiscono. Infatti questa tipologia di “ormone” combatte le fonti stressanti, favorendo gli stati più gradevoli.
Diversi “bambini” riescono a calmarsi dopo un caldo abbraccio, cancellando così l’agitazione che lo aveva portato a reazioni fondate sulla rabbia.
Ma è importante tener presente che tale metodo funziona esclusivamente se l’adulto in quel momento è rilassato. Questo gesto amorevole si può associare a parole dolci, utilizzando un tono di voce confortante e distensivo.
Come comportarsi se i bambini tirano calci e gridano
La decisione di punire il “bambino” che ha questo tipo di reazioni, non fa altro che peggiorare la sua “rabbia”. In questo modo si rende ancora più propenso a comportarsi in questo modo certamente sbagliato.
Quando il suo stato d’animo iracondo si esprime in forma motoria, questo è indubbiamente il comportamento peggiore da riuscire a indirizzare nel verso giusto. In più causa pure attimi notevolmente imbarazzanti, quando avvengono in luoghi pubblici e in presenza di persone estranee.
L’importante è non reprimere questo suo modo di esprimere la sua ira, ma veicolarla in maniera sicura e non nociva per lui, ma nemmeno per gli altri. Come alternativa gli si può proporre di fare una corsa o di lanciare sul pavimento un oggetto morbido.
Quando il “bambino” inizia a dare morsi
Per i più piccoli mordere è un gesto del tutto naturale. Mentre crescendo non lo è più, visto che costituisce un modo per esternare la propria insoddisfazione e delusione associate a quest’azione di rabbia infantile.
Questa sua reazione è dovuta dal fatto che ancora non riesce a mostrare i suoi stati emozionali tramite l’utilizzo delle parole. Quando inizierà a riuscirci, automaticamente smetterà di comportarsi in questo modo.
Se però dovesse accadere che continui a dare morsi, allora bisognerà comprendere il perché lo faccia ancora, ripetendogli comunque e con fermezza che non si morde.
È fondamentale ribadirglielo ogni volta che si presenta l’occasione attinente i “morsi”, perché dicendoglielo solo una volta non si otterrebbe alcun risultato positivo.
Quando il “bambino” si rifiuta di riordinare la propria cameretta
Talvolta pure questa richiesta da parte di un genitore può far scaturire delle conseguenze rabbiose da parte del figlio. È totalmente inutile gridargli di sistemare in camera, poiché avreste l’effetto contrario. In questa situazione bisognerà solo limitarsi a parlargli con tono calmo ma fermo, dicendogli bene cosa deve fare, magari rendendogli tutto questo come una sorta di sfida giocosa per vedere chi farà prima a mettere in ordine.
Il bimbo non vuole fare i compiti? Ecco come risolvere
A volte gli scontri in casa avvengono proprio per via dello studio. Il figlio vuole giocare o dedicarsi a un suo passatempo, invece la madre gli dice che deve pensare a fare i compiti che gli sono stati assegnati.
Per evitare tali conflitti, è di grande utilità realizzare delle precise abitudini dopo aver pranzato. Inoltre l’ambiente di studio deve essere sereno e privo di eventuali distrazioni, che potrebbero distogliere la sua attenzione dai compiti.
Se si tratta di un momento di stanchezza, si può provare a tranquillizzare il “bambino” e incoraggiarlo a proseguire.Quando al contrario vostro figlio continua a non volersi dedicare allo studio, in questo caso si dovrà prima di tutto appurare se è per via di problematiche che potrebbe avere a livello cognitivo o visivo. Oppure se sia dovuto da uno stato d’insicurezza da parte sua che non gli consente di studiare serenamente ed efficacemente.
Ecco perchè un “bambino” arrabbiato non deve mai essere lasciato solo
Quando è in preda della rabbia, un “bambino” non deve mai essere lasciato da solo.
La presenza di un “genitore” al suo fianco gli fa capire che mostra rispetto nei suoi confronti, oltre al fatto che capisce il suo stato emozionale.
Però alcuni figli non vogliono avere la compagnia dei genitori durante questi particolari momenti.
In tal caso la loro richiesta va seguita senza impedimenti.
Quando poi si sarà calmato, si potrà cercare d’indagare sul motivo per cui abbia preferito stare da solo.
Considerazioni finali
La “rabbia” infantile deve diventare un mezzo per poter dialogare meglio col proprio “bambino”. In maniera tale da fargli capire quali siano le reazioni più adeguate da sostituire a quelle colme d’ira.
Un altro modo per farglielo comprendere a pieno, è quello di utilizzare la lettura di un libro in cui il protagonista ha atteggiamenti simili a quelli di vostro figlio. E in seguito alla lettura ci si può confrontare sulla storia e su ciò che è piaciuto al vostro “bambino”.